Resto al Sud è l’incentivo che sostiene l’avvio di nuove attività imprenditoriali di giovani under 55 residenti nelle 8 regioni del Mezzogiorno.
È gestito da Invitalia ed ha una dotazione finanziaria complessiva di: 1 miliardo e 250 milioni di Euro
Resto al Sud è un incentivo introdotto dal Decreto Legge 20 giugno 2017, n. 91, che contiene un piano di interventi finalizzati a favorire la crescita economica nel Mezzogiorno. Tra le misure previste dal DL rientra, appunto, anche il pacchetto denominato Resto al Sud, ovvero una serie di azioni volte a sostenere la nascita e la crescita di imprese nel Sud Italia, e a favorire l’imprenditoria giovanile, mediante l’erogazione di contributi economici, in parte a fondo perduto. La gestione della misura relativa ai finanziamenti Resto al Sud è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa SpA, ovvero Invitalia.
Resto al Sud non è un bando: non ci sono scadenze, né graduatorie. Le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo, fino ad esaurimento fondi.
Raccomandazione !
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I finanziamenti Resto al Sud 2021 possono essere richiesti fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Coloro che desiderano richiedere le agevolazioni per le imprese del Sud possono inviare apposita domanda online, tramite il portale web di Invitalia.
Generalmente Invitalia valuta i progetti imprenditoriali entro 60 giorni dal ricevimento della domanda.
L’iniziativa è attiva in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. I finanziamenti Resto al Sud sono fruibili, inoltre, nelle regioni Lazio, Marche e Umbria. Il Decreto Legge 24 ottobre 2019, n. 123 ha esteso, infatti, i territori in cui è fruibile il beneficio, includendo i comuni del c.d. cratere sismico, ossia quelli colpiti dai terremoti del 2016 e 2017.
Per richiedere le agevolazioni, le imprese costituite o da costituire devono far riferimento ad uno dei seguenti settori: produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
fornitura di servizi alle imprese e alle persone; servizi al turismo.
Dunque restano escluse dal finanziamento le attività agricole e il commercio.
Possono chiedere le agevolazioni i giovani tra 18 e 55 anni residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia purché:
non siano titolari di altre imprese attive
non abbiano ottenuto altre agevolazioni negli ultimi 3 anni
non abbiano un lavoro a tempo indeterminato
Possono chiedere le agevolazioni anche i giovani non residenti nelle 8 regioni del Mezzogiorno purché si trasferiscano (da altra regione o dall’estero) dopo l’esito positivo della valutazione.
Con questi requisiti, possono presentare la domanda singoli o gruppi di giovani che, dopo il 21 giugno 2017, si sono costituiti o si costituiranno in ditte individuali o società, anche cooperative. Nel caso di società, è possibile prevedere la presenza anche di persone fisiche non in possesso dei requisiti, purché in misura non superiore ad un terzo.
È possibile avviare attività imprenditoriali in tutti i settori. Sono escluse le attività libero professionali e il commercio.
Il finanziamento massimo è di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare ad un massimo di 200.000 euro nel caso di 4 richiedenti (già costituiti in società o prossimi alla costituzione).
Il finanziamento non può superare i 200.000 euro neanche se i richiedenti sono in numero superiore a 4
La scelta indicata al momento della presentazione della domanda è vincolante solo per le attività libero professionali.
In particolare, le attività libero professionali di tipo ordinistico devono obbligatoriamente costituirsi nelle forme di:
Attività libero professionali svolte in forma individuale
Società tra professionisti
Per le altre attività libero professionali, la scelta indicata nella domanda deve essere confermata al momento dell’ammissione alle agevolazioni.
NON IMPORTA !
Puoi comunque presentare la domanda, ma a questa condizione: i soci che non rispettano i requisiti non devono superare 1/3 della compagine sociale e non devono avere rapporti di parentela fino al quarto grado con nessuno dei richiedenti.
Non sono invece previsti vincoli per la ripartizione delle quote societarie per ottenere l’ammissione all’agevolazione
Sono escluse dal finanziamento le attività agricole e il commercio, ad eccezione della vendita dei beni prodotti nell’attività di impresa.
L’elenco dettagliato delle attività non ammissibili è contenuto nell’Allegato n. 1 della Circolare n. 33 del 22/12/2017 e ss. mm. e ii.
Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un:
contributo a fondo perduto pari al 50% dell’investimento complessivo
finanziamento bancario per il restante 50% concesso da una delle banche aderenti alla convenzione tra Invitalia e ABI.
Il finanziamento bancario è garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI e deve essere restituito in 8 anni, di cui 2 di preammortamento.
È previsto inoltre un contributo da parte di Invitalia a copertura degli interessi.
Le agevolazioni sono erogate in regime di de minimis
Resto al Sud è un incentivo introdotto dal Decreto Legge 20 giugno 2017, n. 91, che contiene un piano di interventi finalizzati a favorire la crescita economica nel Mezzogiorno. Tra le misure previste dal DL rientra, appunto, anche il pacchetto denominato Resto al Sud, ovvero una serie di azioni volte a sostenere la nascita e la crescita di imprese nel Sud Italia, e a favorire l’imprenditoria giovanile, mediante l’erogazione di contributi economici, in parte a fondo perduto. La gestione della misura relativa ai finanziamenti Resto al Sud è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa SpA, ovvero Invitalia.